Fiorella Kostoris: «Sul lavoro pari risultati a parità di talento»
Fiorella Kostoris, ordinario di Economia politica all’Università La Sapienza di Roma, una carriera che l’ha portata ai vertici di un settore per tradizione riservato ai maschi, quello dell’economia, è la presidente della “neonata “Pari o Dispare”, Authority per la parità di genere nel mondo del lavoro, presentata l’ 11 gennaio a Roma all’Istituto della Enciclopedia Italiana, presidente onorario Emma Bonino
Professoressa Kostoris, In Italia si continua a parlare di pari opportunità. Perché non cercare invece un modello nuovo per le donne e per il mondo del lavoro?
Il comitato punta, infatti, a ottenere “pari risultati”, non solo pari opportunità perché i talenti sono – complessivamente- distribuiti egualmente fra uomini e donne. Per centrare il nostro obiettivo dobbiamo quindi fare leva sulla meritocrazia. Meritocrazia e trasparenza. Quando vengono assegnati posti apicali, è necessario che siano giustificati da un adeguato curriculum professionale. Quindi sì certo, un modello nuovo. Che punti al riconoscimento del merito.
Come può intervenire in questo senso I’Authority di “Pari o Dispare”?
Con uno strumento già utilizzato in altri Paesi, il “comply or explain”. E cioè “rispetta le leggi o dovrai giustificarti perché non lo fai”. Il nostro Comitato intende monitorare amministrazioni pubbliche, aziende pubbliche e private, per verificare se alla parità di diritti corrisponde davvero una parità di risultati. Chiederemo, in sostanza, perché non sono assunte e promosse donne. Se sono state cercate davvero. Useremo anche il principio della “moral suasion”, segnalando chi adotta buone pratiche e chi no. E con ironia, premieremo i primi con un euro di cioccolato e “puniremo” i secondi con un pezzo di carbone zuccherato. Sono solo simboli. Ma credo nella “persuasione morale”, una pratica diffusa in molti altri Stati. D’altra parte in Italia – nonostante la Direttiva Europea 54 che deliberava l’istituzione di un’Agenzia pubblica indipendente rispetto all’esecutivo – non è mai nata un’Authority designata dalla legge per eseguire controlli di questo genere.Spesso quando le donne raggiungono i vertici, tendono a imitare il maschio e a non valorizzare le altre donne. Un altro modello sbagliato?
Per me alla base rimane il discorso della meritocrazia. Il modello maschile è sbagliato quando non è ottenuto attraverso il merito.
C’è sinergia oggi fra le donne in Italia?
Non abbastanza. Anche per questo “Pari o dispare” vuole essere un osservatorio trasversale. Il Comitato riunisce donne e uomini diversi per appartenenza politica, sociale, professionale e anche altre associazioni. Dobbiamo fare “rete” se vogliamo ottenere risultati reali.
E, sotto quest’aspetto, quanto conta secondo lei la rete intesa come web 2.0?
Tantissimo. Il comitato è nato da poco, il 19 dicembre scorso, ma avremo presto un sito on line per consentire maggiore conoscenza, partecipazione, scambio, comunicazione.
Dopo le battaglie femministe, le donne italiane si sono adagiate?
Credo che le ventenni degli anni 80 siano state vittime di una illusione. Certo noi abbiamo combattuto. In realtà però abbiamo ottenuto poco. E mi riferisco sempre all’aspetto cruciale, la meritocrazia. Spesso la risposta demagogica alle nostre richieste è stata quella di eliminare la selezione. Invece la selezione è indispensabile. Non dovevamo né dobbiamo dimostrare di essere più brave ma egualmente brave.
Il Comitato si propone anche di contrastare gli stereotipi femminili diffusi dai media che contribuiscono a creare “disparità” nel lavoro e nella società. E’ possibile?
Sempre attraverso il monitoraggio e la “sanzione morale”. Il problema dei media, della televisione soprattutto, e l’immagine. Il punto focale. Indubbiamente la televisione sembra interessata solo a certi aspetti della donna. Quelli estetici. La bellezza non è certo un elemento da demonizzare. Anzi è una qualità come la salute. Ma non può sostituire capacità e competenze.
Antonella di Antonella Appiano per IlSole24ore – job24.ilsole24ore.com