Intervista a Cesare Marino

Dobbiamo ringraziare la giornalista Antonella Appiano per averci segnalato la storia del conte Carlo Camillo di Rudio e del libro che narra le sue avventurose gesta. E dobbiamo ringraziarla doppiamente, perché sua è questa intervista all’autore della biografia, Cesare Marino, antropologo che  fa la spola tra la sua terra Treviso, e la Virginia, dove svolge la sua professione allo Smithsonian Institution di Washington.

È infatti lo studioso, uno dei massimi conoscitori di storia e tradizioni dei Nativi Americani, ad aver scoperto e scritto la storia del Conte, nel suo libro “Dal Piave al Little Bighorn”. Partner del progetto multimediale Italiani di Frontiera, Marino è riuscito con minuziose ricerce e con studi approfonditi, a tessere le fila di storie dimenticate di italiani emigrati ed eccezionali, proprio come quella del conte di Rudio.

Tre domande all’autore Cesare Marino

Che cosa l’ha spinta  a scrivere questo libro?
La passione per i nativi americani e per gli italiani – esploratori, missionari, avventurieri – che per qualche motivo vissero a contatto con gli indiani. Il Conte carlo Camillo Rudio li combatté nella battaglia di Littele Big Horne, e fu fra i pochissimi sopravissuti. Sono un ricercatore, il mio ambiente naturale gli archivi, le biblioteche…  E così a poco a poco ho scoperto tutta la vita affascinante e misteriosa del conte Rudio. Un’avventura staodinaria che non anticipo, così leggerete il libro…

Qualche cenno per incuriosire i lettori?
Il conte era appena quindicenne, quando durante le Cinque Giornate del 1948 a Milano, decide di passare dalla parte dei patrioti, gettando la divisa di cadetto austriaco. Cacciatore delle Alpi a Venezia, garibaldino a Roma. Espatriato a Parigi partecipa al fallito attentato a Napoleone III. Evita di essere giustiziato ma è condannato all’ergastolo alla Cayenna. Riesce ad evadere, emigra negli Stati Uniti, e partecipa alla guerra di Secessione. L’incredibile è che entra poi nel Settimo Cavalleggeri di Custer… Combatte a Little Bighorn e riesce a salvarsi!

E la sua passione per i nativi americani?
È nata in Italia. La mia famiglia era immigrata dalla Sicilia e da “trapiantato” nel Trentino e nel Veneto mi sono sentito sempre un po’ emarginato. Scuro di capelli, anche di pelle… Insomma, un “minoritario diverso”. Da questo status credo sia nato il mio interesse per l’antropologia culturale.

di Antonella Appiano per LibriBlog.com

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