Donne siriane e guerra – Non hanno partecipato alla rivoluzione insieme agli uomini

Ragazze sirianeSfatiamo una notizia scorretta che è apparsa sui media italiani, durante la recente crisi siriana, ancora in corso. Le donne siriane non hanno partecipato alle manifestazioni insieme agli uomini. Le musahara(manifestazioni), in Siria si sono svolte sempre di venerdi’, in giorno in cui, andando alla moschea per la grande preghiera, è possibile formare assembramenti (altrimenti proibiti di fatto per legge). Ma le donne non vanno in moschea il venerdì. Secondo l’Islam, possono pregare da casa.

C’è stato qualche raduno separato. Più volte sui siti pro-rivoluzione presenti su Fb, è stata annunciato qualche corteo, a Damasco, che poi non si è svolto. Una volta è stato disperso. Ma si trattava di poche decine di persone. Le donne  hanno seguito i funerali dei parenti. Dei “martiri”  questo soprattutto a Dar’aa. Ma per stessa ammissione degli attivisti con cui ho parlato, le donne per ora sono assenti dalla scena.

Devo premettere che in Siria, l’opposizione, “reale”- quella sul territorio intendo e non quella virtuale su Internet o quella all’estero- è composta in gran parte da elementi conservatori e religiosi. Anche i più giovani mi hanno risposto che “Per l’Islam il ruolo della donna non è quello”. Altri oppositori  più laici hanno sottolineato “il pericolo”.

Impossibile quindi un paragone con le Egiziane. Sia per la modalità attraverso cui si è svolta la “rivoluzione” sia per motivi storici e socio-culturali che differenziano le donne siriane dalle egiziane. Il femminismo in medio oriente è nato in Egitto. Già nel 1923, Huda Sahrawi aveva fondato “l’Unione femminista”. E le egiziane parteciparono attivamente  anche  alle manifestazioni contro il Protettorato inglese. In Siria, secondo l’”Osservatorio per i diritti della donna siriana”, la società è piuttosto conservatrice e le donne non prendono parte neppure al movimento per i loro diritti.  Una volontaria mi ha detto“Non sono interessate. Facciamo molta fatica a comunicare i concetti di uguaglianza di genere. Su 3 milioni di donne fra i 18 e i 50 anni solo mezzo milione sceglie di lavorare fuori casa. Le professioni preferite: insegnante, medico pediatra, impiegata, infermiera. L’obiettivo è ancora il matrimonio. E la cura dei figli”. In Siria poche, anche fra le giovani,  sanno che in Europa l’8di marzo si festeggia il giorno della donna. Qui esiste solo la “festa della mamma”.

Naturalmente anche in Siria, ci sono donne che occupano posti di potere e prestigio. Basta pensare a Bouthaina Shaaban,  un Phd in letteratura  inglese, all’università di Warwick, in Inghilterra, già consigliere per il Ministro degli affari esteri. Oggi è a capo dei Ministero degli Espatriati e Consigliere politico e dei Media del presidente Bashar al Assad.

In Sira, sempre secondo, SWO (Syrian Women’s Observatory) esistono ancora una piaga da combattere, quella dei delitti d’ onore. Tra i 200 e i 300 all’anno, secondo il SWO. Soprattutto, ovvio,nelle zone rurali del Paese, dove predominano società patriarcali. Non si tratta di un problema di religione ma di tradizione. Le volontarie della  SWO  hanno dichiarato che “ è allo studio una modifica o forse anche la cancellazione dell’articolo 192 del codice penale siriano che prevede l’attenuante per i reati connessi ai delitti d’onore”. In base a quell’articolo e’ prevista in Siria l’attenuante per chi commette un omicidio per difendere l’onore della propria famiglia. Con questa riforma, invece di una condanna leggera – mi ha spiegato la volontaria Fatima- l’omicida ricevera’ il massimo della pena prevista dalla legge e il delitto d’onore sara’ equiparato a un omicidio normale”.

Antonella Appiano da Damasco per dol’s.net (http://www.dols.net/magazines_news.php?id_micro=25&id_sub=10017&id_news=2402)

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