La road map prevede la fine delle violenze e l’ingresso nel paese dei media arabi e internazionali.
Bashar al-Assad
Questa volta Bashar ha detto sì. “Accogliamo con favore l’accettazione da parte dei fratelli siriani del piano di azione”, ha detto lo Sheikh Hamad ben Jasem Al Thani, Ministro degli Esteri del Qatar e Presidente di turno dell’Organizzazione Interaraba.
Una mossa a sorpresa dopo il rifiuto dello scorso 16 ottobre della proposta di mediazione della Lega araba. Invece, ieri sera, mercoledì 2 novembre, il regime siriano ha accettato la road map, in quattro punti, che è stato pubblicata anche dall’agenzia ufficiale siriana Sana. Il piano prevede la fine delle violenze e della repressione, la liberazione dei detenuti politici, l’evacuazione dei centri abitati dai carri armati e l’apertura del paese agli osservatori della Lega araba e ai media arabi e internazionali.
Fra due settimane a Doha, in Qatar, dovrebbero iniziare gli incontri tra la commissione ministeriale interaraba, i rappresentanti del governo siriano e quelli dei vari gruppi delle Opposizioni in patria e all’estero. Obiettivo: un Congresso di Dialogo Nazionale. Ancora sconosciuto il luogo dell’incontro. Il regime ha chiesto che si svolga a Damasco mentre le forze di opposizione , fuori dal Paese.
E’ la soluzione che porrà fine alla crisi siriana? Dopo sette mesi e mezzo di proteste, manifestazioni e repressioni che hanno causato finora, secondo il bilancio dell’Onu, oltre 3.000 vittime, il Paese corre oggi il rischio di una guerra civile. E ’stata una settimana sanguinosa in Siria. In alcune zone del Paese (la regione centrale di Homs, quella nord occidentale di Idlib e quella meridionale di Daraa) gli scontri fra l’esercito e le forze fedeli al Presidente e i gruppi di disertori e di manifestanti anti-regime, sono ormai regolari. “Quando veniamo fermati a un posto di blocco, non sappiamo mai chi ne fa parte. I disertori cercano militari e agenti di sicurezza” mi scrive Ahmad. E secondo Andrew Gilligan, del ’Telegraph’ : “Il bilancio delle vittime tra le forze di sicurezza sta cominciando a superare quello dei manifestanti. Lo scorso fine settimana, in tutto il Paese, sono stati uccisi almeno 35 membri dell’esercito e della polizia”.
Senza dubbio accettare la mediazione della Lega araba, è stata una buona mossa da parte di Bashar al-Assad. In ogni caso guadagna tempo. E se l’opposizione dovesse rifiutarsi di impegnarsi nel dialogo politico, potrebbe ’scaricare le colpe’. La decisione della leadership è stata accolta da un vortice di dichiarazioni dei rappresentanti delle forze di opposizione. Molti hanno proclamato ’vittoria’, affermando che il regime ha dovuto cedere. Ma tanti esprimono scetticismo. Non si fidano e temono in una capitolazione solo ’sulla carta’.
Lo scopriremo presto. Due punti del piano accettato da Bashar al-Assad prevedono “lo svuotamento delle città e delle zone residenziali di ogni aspetto armato” e “la concessione a definite organizzazioni della Lega Araba e ai mezzi d’informazione arabi e internazionali di poter muoversi liberamente in ogni parte della Siria per rendersi conto della verità e raccogliere informazioni sugli eventi in corso”. I carri armati scompariranno dalle strade? I giornalisti occidentali potranno entrare davvero liberamente nel Paese con accrediti stampa senza doversi nascondere o senza dover “essere accompagnati dalle autorità”, Né “sotto copertura” né embedded? Vedremo.
Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Bashar-apre-alla-Lega-Araba/ (riproducibile citando la fonte)