Bashar al Assad trascura i quattro punti della road map della Lega Araba.
Bashar al-Assad
La Lega Araba è un’Associazione internazionale composta oggi di 22 stati arabi, nata nel 1945 al Cairo, con lo scopo di coordinare le loro politiche, di rappresentarli in alcune trattative internazionali e di mediare dispute e conflitti. La Lega non ha poteri militari. E, fino ad ora, in nessuna delle numerose crisi mediorientali, ha raggiunto gli obiettivi, rivelandosi di fatto un organismo ininfluente.
Anche l’accordo con il governo di Damasco, che sembrava essere stato raggiunto settimana scorsa (il 2 novembre) è fallito. I quattro punti della Road Map proposti dalla Lega: fine alle violenze, rilascio dei prigionieri politici, libero accesso alla stampa internazionale, e ritiro dei carri armati dalle città, non sono stati rispettati. La Lega ha organizzato quindi un incontro sabato prossimo, 12 novembre, per riesaminare la delicata questione siriana. Il segretario generale della Lega Araba, Nabil el-Arabi è con le spalle al muro. Ha lanciato un nuovo appello al regime siriano ricordando che “il fallimento della soluzione araba avrebbe conseguenze disastrose sulla situazione nel Paese e della regione nel suo insieme”. Ma il Presidente Bashar al-Asad sembra curarsene poco. In Siria infatti, proseguono le violenze. I mezzi pesanti continuano ad attaccare Homs, roccaforte della rivolta, dove secondo gli attivisti “è in atto un disastro umanitario”. E sembra che l’esercito sia entrato anche nella città Hama, nella zona centro-occidentale del Paese. La repressione continua. Secondo le stime dell’Alto Commissariato dell’Onu i civili uccisi sono oggi oltre 3.500.
Dure reazioni del Consiglio Nazionale Siriano (CNS), il gruppo più rappresentativo dell’Opposizione, che ha chiesto alla Lega Araba ad adottare una “posizione più forte” contro il regime del Presidente Bashar al-Assad. Tra le richieste: espulsione del regime dalla Lega, imposizione di sanzioni economiche e diplomatiche degli Stati membri alla leadership di Damasco e un dossier sulle violazioni dei diritti umani e genocidio da presentare alla Corte Penale Internazionale.
Una delegazione dello stesso Consiglio Nazionale Siriano, al Cairo per un incontro con la Lega Araba prima della riunione di sabato, è stata però accolta da un lancio di uova, da un gruppo di manifestanti anti regime. L’accusa è di non sapersi opporre al Presidente Bashar al-Asad.
Nessuna soluzione politica in vista dunque. Le Nazioni Unite continuano a sperare nell’ iniziativa araba. Il Portavoce del Segretario Generale Martin Nesirky, ha infatti dichiarato :”E’ necessario avere una visione regionale per porre fine alla crisi in Siria, per questo l’iniziativa della Lega Araba è importante”.
L’Unione Europea ha predisposto nuove sanzioni: il congelamento dei prestiti previsti dalla Banca Europea alla Siria e la sospensione dei prestiti già ratificati. Secondo gli Usa, le sanzioni internazionali contro Damasco, approvate nei mesi scorsi dagli Stati Uniti e dall’Unione europea, cominciano a dimostrare la loro efficacia. Ma molti osservatori non sono d’accordo. Gli effetti delle sanzioni (congelamento di fondi di decine di società vicine al regime e il blocco delle importazioni di petrolio da parte dell’Ue) sono ridimensionati dalla posizione della Cina e Russia che rimangono a favore di Bashar e che il mese scorso hanno posto il veto su una possibile risoluzione Onu.
La Francia intanto si è spinta oltre. Il Ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, nel corso di un’intervista rilasciata a un quotidiano arabo ha dichiarato infatti che a questo punto “l’accordo è morto e non è da escludere che la Francia riconosca come legittimo il Consiglio nazionale siriano”. Dobbiamo aspettarci quindi che Parigi si proponga come mediatore internazionale al posto della Lega?
Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Damasco-non-rispetta-il-piano/ (riproducibile citando la fonte)