Donne e Islam: oltre il velo.

Dopo l’impulso delle Primavere Arabe si attende una generazione post-femminista?

L’immagine che gli italiani hanno della donna musulmana è statica, lontana dalla complessità di un mondo, al contrario, vivace e in movimento. Le riflessioni sul pensiero femminile, in questo 2012, sono state però influenzate dagli eventi legati alla Primavera araba. E l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a tre donne, Tawakkul KarmanEllen Johnson-Sirleaf e Leymah Gbowee, dimostra che, forse, qualcosa sta cambiando.

Ma i pregiudizi e gli stereotipi della donna sottomessa ad una cultura maschilista e patriarcale che – si dà per scontato- sarebbe soltanto legata alla religione islamica, sono difficili da sradicare. Ci dimentichiamo troppo spesso, infatti, che questa struttura è comune a tutte e tre le religioni monoteistiche. Nei Paesi arabi dove vivono musulmani e cristiani, nelle zone rurali, certi usi e costumi, come quello ’dell’onore’, sono uguali. Fra l’altro, gli stessi,che si potevano trovare nel nostro Paese fino agli anni Sessanta, nelle aree rurali, soprattutto del Meridione.

In Italia lo ’ius corrigendi’, cioè il diritto del marito di picchiare la moglie che si comportavain maniera sbagliata per la morale comune, è stato abolito soltanto nel 1963. E fino al 1968, per la donna italiana, l’adulterio era considerato un reato punibile con il carcere, mentre gli uomini erano condannati solo se la relazione extraconiugale offendeva la morale della famiglia in pubblico. E ancora una data importante: il 1981. L’anno in cui, in Italia è stato cancellato il delitto d’onore. Fino ad allora, per l’ uomo che avesse ucciso la moglie o la sorella o la figlia “nello stato d’ira causato dall’offesa recata all’onore suo e della famiglia” la pena andava da tre a sette anni. Ma se era la donna ad uccidere il marito, pur nelle stesse condizioni, era previsto l’ergastolo.

Un altro luogo comune riguarda i movimenti femministi che vengono solo considerati nel loro sviluppo occidentale: in Europa e negli Stati Uniti, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Invece, nello stesso periodo, si sono formate correnti di pensiero analoghe anche nei Paesi arabi. In Egitto, prima di tutto, dove Huda Sha’rawi, già negli anni Venti, era impegnata nella lotta per i diritti della donna. Nel 1923, dopo aver partecipato con la delegazione egiziana, al Congresso femminista mondiale di Roma, al rientro in patria, si tolse il velo in pubblico. Fondò ’L’unione femminista egiziana’ e diverse riviste in lingua francese e araba.

Certo una definizione del femminismo islamico oggi non è semplice, prima di tutto perché molte delle esponenti non si riconoscono nel termine ’femminismo’. Dopo il movimento laico di Huda Shara’rawi, nacque infatti , negli anni quaranta, con l’egiziana Zaynab al Ghazali,una corrente secondo cui l’Islam è ”dottrina di liberazione e nel suo messaggio le donne devono trovare la via della emancipazione”. Oggi le musulmane che aderiscono a questa scuola di pensiero hanno come base comune la rilettura del Corano per smantellare l’interpretazione maschilista, misogina e patriarcale che ne è stata fatta nei secoli.

Quindi le femministe islamiche sostengono che proprio nell’Islam, nel Corano e nelle parole del Profeta, esistono già le basi per le rivendicazioni di genere e l’uguaglianza fra i sessi. Il discorso non è semplice e – per chi fosse interessato- un testo completo è quello diJolanda GuardiRenata  Bedendo” Teologhe, Musulmane, femministe”.

Fra le esponenti più conosciute, la sociologa marocchina Fatima Mernissi, la pediatra AsmaLamrabet, coordinatrice del Gruppo Internazionale di ricerca sulla donna musulmana e il dialogo interculturale, l’afroamericana Amina Wadud, che si è convertita all’Islam negli anni Settanta, che ha studiato arabo e scienze islamiche all’Università di al- Azhar, al Cairo.Queste femministe non ’lavorano’ solo su una nuova interpretazione del Corano ma s’ impegnano in prima persona per la riforma di codici giuridici e istituzioni che perpetuano la disuguaglianza fra i sessi. Ed ora? Aspettiamo la nuova generazione. Le post –femministe delle Primavere arabe.

Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Donne-e-Islam-oltre-il-velo/ (riproducibile citando la fonte)

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