La rivolta (nell’ombra) delle donne

Le voci contro il regime sono forti, ma isolate, per questo Bashar resta saldo al potere

E’ una delle domande che mi sento fare spesso. “Ma le donne, in Siria, hanno partecipato alle rivolte?” Durante i primi mesi, da metà marzo a luglio del 2011, non in maniera rilevante. Perché le donne non vanno in moschea il venerdì, o almeno sono poche quelle che lo fanno. E in quella prima fase le rivolte si limitavano al venerdì. In quel periodo c’è stato qualche raduno separato. Più volte, sui siti pro-rivoluzione presenti su Facebook, è stata annunciato qualche corteo, a Damasco, che poi non si è svolto. Episodi sporadici: una volta un corteo è stato disperso, e si trattava di poche decine di persone.

Le donne hanno seguito i funerali dei parenti. E questo soprattutto a Dar’aa. Ma per stessa ammissione degli attivisti con cui ho parlato, durante la mia permanenza nel Paese, le donne sono state poco presenti sulla scena. Almeno quella attiva. E’ da sottolineare il fatto che, in un primo tempo, l’opposizione, ’reale’ – quella sul territorio intendo e non quella virtuale su Internet o quella all’estero – era composta in gran parte da elementi conservatori e religiosi.Anche i più giovani mi hanno risposto che per l’Islam il ruolo della donna non è quello”.Altri oppositori più laici hanno sottolineato ’il pericolo’. Quindi, per evitare l’arresto le donne siriane hanno partecipato alle rivolte, più che altro curando i feriti, preparando striscioni, raccogliendo cibo e denaro per le famiglie delle vittime della repressione.

Certamente il ruolo delle donne siriane è stato meno visibile rispetto alle manifestanti delle rivolte tunisine ed egiziane. Anche per ragioni storiche e socio-culturali. Il femminismo in Medio Oriente e nordafrica, come ho scritto, è nato in Egitto. In Egitto, prima di tutto, dove Huda Sha’rawi, già negli anni Venti, era impegnata nella lotta per i diritti della donna. E le egiziane parteciparono attivamente anche alle manifestazioni contro il Protettorato inglese. In Siria, secondo l’Osservatorio per i diritti della donna siriana, la società è piuttosto conservatrice e le donne non prendono parte neppure al movimento per i loro diritti. Su 3 milioni di donne fra i 18 e i 50 anni solo mezzo milione sceglie di lavorare fuori casa. L’obiettivo è ancora il matrimonio e la cura dei figli.

Quando le rivolte sono entrate nella seconda fase, con la formazione dell’Esercito siriano Libero, da fonti del quotidiano Le Monde (la notizia è del 27 gennaio 2012), sembra però che un gruppetto di donne protette da maschere abbia annunciato di essere entrate a farne parte, come prima unità combattente femminile.

Infine vanno ricordate le donne siriane che hanno avuto un ruolo pubblico nell’opposizione nella sfida al regime: Souheir al-Atassi , per esempio, portavoce dell’Unione di coordinamento della rivoluzione, una delle tante organizzazioni di opposizione, purtroppo molto frammentata. Dopo sette mesi di clandestinità, Southeir, sentendosi scoperta, è scappata in Francia. La scrittrice e giornalista Samar Yazbek,  autrice di libri pubblicati anche in Italia come ’Il profumo della cannella’ (censurato però in Siria) e ’Lo specchio del mio segreto’, si è spesso espressa a favore del cambiamento e contro il regime. Ma dopo essere stata arrestata e interrogata più volte dai servizi segreti siriani si è rifugiata all’estero. Va sottolineata anche l’attività della blogger attivista Razan Ghazzawi, siriana nata negli Stati Uniti, più volte arrestata e rilasciata dalle forze di polizia. L’attrice FadwaSuleiman ha deciso di rimanere nel suo Paese dove ha spesso parlato in pubblico a favore delle proteste. Fadwa ha chiesto apertamente al Consiglio nazionale siriano (CNS), che rappresenta una parte dell’opposizione, di sostenere l’Esercito della Siria libero anche finanziariamente.

Ed è questo il tema che va sottolineato. E’ proprio l’Opposizione ad apparire sempre più divisa e scollata dall’Esercito siriano libero che ormai agisce in maniera indipendente. Chi guida l’opposizione nel Paese? Non c’è una risposta precisa. Ed ecco perché il regime di Bashar al-Assad appare, agli occhi di tutti gli osservatori internazionali, ancora saldamente al potere.

Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Donne-Siria-rivolte,7397#.T3S1T2FmIhU (riproducibile citando la fonte)

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