Il Pil siriano cola a picco e gli aiuti non arrivano al popolo
“Se potessi avere mille lire al mese…” diceva la famosa canzonetta italiana degli anni Quaranta. Magari, risponderebbe la metà di 22 milioni di Siriani, costretta a sopravvivere con meno di due dollari al giorno. Perché dietro l’aridità dei dati statistici riportati da ’Le Figaro’ – il PIL sceso del 2%, secondo la CIA, il turismo scomparso del tutto e la Borsa crollata – ci sono loro, i Siriani. Il popolo.
“Ora il dollaro vale 110 lire siriane invece che 46. Quindi anche i risparmi che avevo accumulato in anni di sacrifici sono volati via” scrive Farid da Damasco. “Facciamo la fila per comprare la bombola del gas, che è passata da 275 lire siriane a 600. Pare che aumenterà ancora. I prezzi sono saliti del 100-200%. Acquistare un po’ di farina costa il doppio, così come le uova. Lo zucchero e il riso sono addirittura triplicati. Mi alzo presto alle quattro, alle cinque della mattina per andare a fare la spesa. Giro per i suq alla ricerca dei prezzi più convenienti. Ore e ore a contrattare. Anche perché è nata la classe degli opportunisti, degliapprofittatori. Ho dovuto ritirare il denaro dalla banca, sono senza lavoro. Come faccio a mantenere la mia famiglia?”.
Sempre secondo le fonti de ’Le Figaro’ “anche se l’Iran manda denaro in Siria, attraverso l’Iraq, non è più sufficiente. E la forbice fra ricchi e poveri si allarga”. Impossibile importare qualcosa per i costi e impossibile esportare a causa delle dure sanzioni economiche internazionali. E le aziende straniere stanno chiudendo via via i battenti. “Non riesci a trovarmi un lavoro in Italia?” mi scrive, più volte, Ammar da Aleppo.
Intanto, secondo indiscrezioni del quotidiano britannico ’The Guardian’, un gruppo di attivisti siriani è riuscito ad impossessarsi della posta elettronica personale di Bashar al-Assad e di sua moglie, grazie ad una ’talpa’ molto vicina al presidente siriano. Secondo leemail, la coppia presidenziale continua a vivere nel lusso. Una specie di esistenza scollata dal resto del Paese. La moglie di Assad avrebbe infatti continuato a fare acquisti preziosi suinternet spendendo migliaia di dollari. E il Presidente Bashar, applicazioni per l’Ipad. Al momento però non esistono prove che le email siano autentiche. Anche in questo caso, come in tanti altri, in Siria si sta combattendo una battaglia mediatica. (e ’The Guardian’ ha pubblicato una nota sul perchè ritiene autentiche le mail trafugate) Ma le file delle persone al mercato per comprare pane, farina e uova, quelle sì, sono certamente reali. Drammaticamente vere.
Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Siria-la-piazza-e-il-palazzo/ (riproducibile citando la fonte)