Un filo di speranza in Siria

Le notizie si susseguono serrate. E sempre più drammatiche. Ma nel complesso il Cessate il fuoco sembra rispettato

(giovedì 12 Aprile 2012, ore 20:37)

Kofi Annan

In Siria, dalle 6.00 – ora locale di stamattina – è entrato in vigore il ’cessate il fuoco’ previsto dal piano di Kofi Annan, inviato dell’Onu e della Lega araba. Ore convulse di tensione, queste, per le diplomazie internazionali che stanno seguendo la situazione in Siria con il fiato sospeso. “Il regime di Bashar al Assad verrà giudicato sui fatti e non sulle parole“,ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton che, in veste di ’padrona di casa ’ ieri a Washington ha presieduto la riunione della prima giornata dei ministri del G8.

I lanci di agenzia si susseguono senza sosta. Nelle prime ore, calma, rispetto della tregua dai due schieramenti. Poi, dalla fonte Ansa, la notizia giunta telefonicamente da Hama, che l’artiglieria governativa siriana ha violato il cessate il fuoco sparando colpi di mortaio nella regione. Altre fonti (quelle dei Comitati di Coordinamento locali degli attivisti) riferiscono di bombardamenti di artiglieria nella regione di Zabadani a ovest di Damasco. Intanto, arriva(ore 13:51, italiane) un’altra agenzia che riporta l’annuncio di una esplosione ad Aleppo che ha investito un autobus, causando la morte di due personeI media siriani parlano di “attacco terroristico”.

La speranza si assottiglia. Era – e si vuole, ancora, scrivere “è” – un buon piano quello di KofiAnnan. Perché ha visto impegnarsi tutte le grandi potenze, la Lega araba e i paesi confinanti con la Siria – per la prima volta uniti. E perché, se si riuscisse a ’smilitarizzare’ anche solo in parte il conflitto, che sta diventando sempre più violento, questo porterebbe un momento di sollievo e di riflessione nel Paese. Una pausa. Una possibilità di uscire dalla crisi che sta distruggendo la Siria.

Ma adesso, sulla speranza, pesano le ultime notizie e la dichiarazione del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, rilasciata al quotidiano ’Hurriyet’ Riferendosi all’attacco a colpi di arma da fuoco di lunedì, contro un campo profughi nella provincia orientale di Kilis, a ridosso del confine con la Siria del Ankara, Erdodan ha ricordato che la Nato ha la responsabilità di proteggere le frontiere degli Stati membri, e dunque anche quelle della Turchia. Si tratta di una clausola invocata in un solo caso: successivamente all’attacco terroristico alle Twin Towers ed al Pentagono del 2001. E’ quindi una dichiarazione che apre, di nuovo, cupi scenari.

Ed ecco le ultime, per ora, dichiarazioni di Kofi Annan: Sono incoraggiato dalle notizie che riferiscono di una situazione relativamente calma in Siria, e sembra che sia in atto la cessazione delle ostilità“. Seguono considerazione sulla ’fragilità’ della condizione siriana e la rassicurazione sul segretario generale Onu, Ban Ki-moon, il quale dovrebbe chiedere al Consiglio di Sicurezza di approvare una missione di osservatori delle Nazioni Unite il prima possibile. Dobbiamo e vogliamo, in tutti i modi, credere alle sue parole.

Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Un-filo-di-speranza-in-Siria/ (riproducibile citando la fonte)

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