Gli attori sulla scena si stanno moltiplicando, e cresce il dubbio sulla presenza di terroristi affiliati ad Al Qaida tra i ribelli.
“L’esercito usa tutte le sue forze (elicotteri, missili, carri armati) contro i ribelli che non sono altro che bande armate di terroristi assetati di sangue e avidi di denaro. Noi siamo chiusi in casa. Molti scappano. Scarseggia tutto. I commercianti arricchiscono alzando i prezzi fino a 5-6 volte. Da 5 giorni non c’e’ pane in città. La gente è nervosa. Ha paura. E’ guerra”.
Ricevo la mail da Aleppo. Chi scrive è una persona modesta, non certo legata ai giri di potere e di denaro degli Assad. Eppure denuncia la presenza di gruppi islamici radicali. Certo non ci sono solo loro a combattere in Siria, sul fronte di Aleppo. Ci sono anche gli oppositori degli Assad, le brigate dell’Esercito Siriano Libero che prendono le distanze dagli jihadisti. Ma anche il fotografo olandese, Jeroen Oerlemans preso in ostaggio e ferito da un gruppo di ribelli, insieme al giornalista inglese John Cantlie, dopo il rilascio aveva denunciato il 27 luglio scorso dagli schermi della tv olandese che il gruppo era formato da jihadisti stranieri“pakistani, africani, ceceni, non siriani”.
E oggi sul sito dell’emittente satellitare del Qatar, ’Al Jazeera’ si può leggere che Phil Rees, regista e autore del filmato ’Cenare con i terroristi’ ha raccontato che “per Al Qaida, la Siria sta diventando un luogo appetitoso”. Ancora ’Al Jazeera’: “molti gruppi affermano di essere affiliati con Al Qaida, fanno sventolare le loro bandiere e affermano di avere campi di addestramento nel Paese”.
Sempre oggi, il ’New York Times’ scrive che “jihadisti musulmani locali, così come piccoli gruppi di combattenti di Al Qaida stanno assumendo un ruolo incisivo” e che “anche i gruppi di resistenza meno zelanti stanno mostrando una maggiore aura islamica nella speranza di attrarre più finanziamenti”. Finanziamenti, non è un segreto, che le Monarchie del Golfo- di fede sunnita wahabita, basata sulla rigorosa osservanza del Corano, che in Arabia Saudita è anche ideologia di stato- concedono volentieri ai propri seguaci. E aiSalafiti, la cui dottrina è fondata sul risveglio dell’Islam, che deve passare attraverso le fonti, il Corano e la Sunna, nell’interpretazione più letterale.
E allora? Gli attori sulla scena di questa che, purtroppo, non è una rappresentazione ma unaguerra vera si stanno moltiplicando. E l’Occidente e i suoi alleati cominciano ad interrogarsi se sostenendo gli oppositori degli Assad, non stiano foraggiando anche gruppi terroristici affiliati ad Al Qaida, con gravi ripercussioni per la sicurezza regionale e internazionale.
Forse anche il primo ministro turco Erdogan, che continua a schierare lungo il confine con la Siria blindati e truppe, si starà chiedendo se non ha sottovalutato l’incognita curda. I curdisiriani del Pyd, sono infatti legati al gruppo curdo turco del Pkk di Abdullah Ocalan e potrebbero unirsi a loro per chiedere indipendenza e autonomia, insieme al Kurdistaniracheno di Barzani.
L’esercito siriano Libero ha trasmesso un comunicato di “Salvezza nazionale” : una road mappiuttosto vaga che propone un consiglio di 6 militari e 6 civili incaricati di guidare la transizione post-Assad. Fra quali militari e quali civili saranno scelti?
Sul ’Figaro’ intanto, Samir Aita, uno dei rappresentanti dell’Opposizione a Parigi ammette: “Non è facile costruire una nuova struttura politica e militare in un contesto con troppi protettori: il Qatar, l’Arabia Saudita, la Turchia, la Francia…”.
Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/Qui-Aleppo-E-guerra/ (riproducibile citando la fonte).