Il proclama del “Califfo” Abu Bakr al-Baghdadi, non poggia in realtà su nessun precetto della religione musulmana. L’infibulazione non appartiene alla tradizione islamica ed è stata spesso denunciate dalle autorità religiose dei Paesi musulmani.
E’ una pratica legata a culture antropologiche tribali e quindi anche diffusa in zone cristiane (perché si rifà appunto ad epoche precedenti la cristianizzazione). Una consuetudine che si è mantenuta soprattutto tra i copti (ortodossi e cattolici) del Corno d’Africa, per esempio.
Una delle principali attiviste contro le mutilazioni genitali femminili è la scrittrice Ayaan Hirsi Ali, somala e naturalizzata olandese, che è stata infibulata all’età di cinque anni. Inoltre la notizia, lanciata da un tweet e diffusa velocemente attraverso i social media, non è verificabile in maniera indipendente. Certe notizie “fanno scalpore” ma è indispensabile sempre verificare le fonti.
Di seguito la registrazione del mio intervento a Fujiko Focus On – RadioCittàFujiko.
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