Contianuano in Oman i festeggiamenti per celebrare il ritorno in Patria (il 23 marzo scorso) del Sultano al-Qaboos, dopo 8 mesi di cure in Germania. Il sultano è da 44 anni alla guida di un Paese in posizione strategica sullo Stretto di Hormuz. L’Oman è considerato uno dei Paesi più stabili della regione, in passato ha fatto anche da mediatore nei tentativi di dialogo tra gli Usa e l’Iran. E, fra i Paesi del Golfo, è l’unico che è riuscito a “non schierarsi” con l’Iran o con l’Arabia Saudita in Siria. Il Sultanato fa parte del Ccg, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (e cioè Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Kuwait) ma si muove, quando lo ritiene necessario, in maniera indipendente. Durante il vertice del dicembre 2013 a Kuwaiu City, per esempio, il ministro degli esteri del sultanato Yusuf bin Alawi, ha rifiutato in maniera assoluta, la proposta saudita di una unione politica e militare dei Paesi arabi del Golfo del Ccg, tanto desiderata dai Saud .
Nel Paese del Golfo più sconosciuto e dimenticato dai media internazionali, il Sultano Qaboos bin Said ha cercato di mantenere la cultura, l’identità nazionale, lo stile architettonico. Nessun grattacielo in vetro e metallo. L’urbanistica deve essere conforme alla tradizione araba anche nei colori e nei materiali. Un equilibrio fra modernizzazione e tradizione non certo facile. Per saperne di più: Oman: reportage dalla capitale Masqat: petrolio, rispetto delle tradizioni e riforme e Oman, il medioriente che non conosciamo.Un Paese stabile in un periodo di cambiamenti