Masqat, Oman – Dopo il fallimento dell’incontro diplomatico internazionale a Vienna sul futuro della Siria, si spera nel prossimo vertice, che si terrà in Oman. Il summit di Vienna del 30 ottobre 2015, si è chiuso infatti con un nulla di fatto. I Paesi presenti con le rispettive rappresentanze – Unione europea, Italia, Francia, Germania, regno Unito, Russia, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Libano, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Turchia, Stati Uniti , Cina, più rappresentanti delle Nazioni Unite – si erano riuniti all’Imperial Hotel per discutere della grave situazione in Siria, conl ‘obiettivo di porre fine alla violenza e alla guerra.
Vedremo se le capacità diplomatiche del sultano dell’Oman, Qaboos bin Said Al Said e del suo il braccio destro, Yusuf bin Alawi bin Abdullah, porteranno qualche risultato. Tra i punti che il sultano vorrebbe inserire nel nuovo documento da discutere, Bashar al Assad non è previsto neppure come candidato a nuove elezioni presidenziali. Un secondo punto importante è che nelle nuove elezioni non dovranno essere presenti membri del passato regime. I poteri dovrebbero essere invece trasferiti temporaneamente al primo ministro che risulterà eletto dalla consultazione popolare. Altri punti: amnistia per i prigionieri di ambo le parti; e mantenimento delle forze russe e iraniane in Siria. Ma intanto si continua a combattere e la parola “elezioni” sembra davvero lontana.
Fotografia di Antonella Appiano