Andiamo in un altro Paese…

“Andiamo in un altro Paese,
…Tutto il resto va da sè.
Tu di’ solo sì”.
William Plomer

Lui ha detto sì e adesso viviamo in Oman. Anzi nel Sultanato di Oman. Un Paese che non può essere capito soltanto visitando o abitando nella capital, Muscat, ma che bisogna scoprire piano piano, assaporando la sua diversità. Che stupisce.

Allontanandosi  infatti dalla costa ci si trova immersi in paesaggi inaspettati come quelli nei dintorni di Nizwa (capitale fra il VI e VII secolo), fra villaggi e montagne.

Ieri ho cambiato la cover della pagina del blog su Facebook, proprio con una fotografia che ho scattato a Misfat al Abriyeen. Fra i commenti: “Che cos’è? “Dove si trova questo posto?”. Perché qualche lettore, abituato alle immagini della sofisticata Muscat o delle spiagge bianche con le palme, “tropical-style”, è rimasto stupito.

E’ il piccolo villaggio di Misfat al Abriyeen appunto, davvero “incastrato” nella roccia della montagna. Le case antiche (costruite con un impasto di fango e sterpaglie) esistono da secoli. Si lascia l’automobile e ci si perde fra i vicoli del villaggio. Ogni angolo una fotografia.

Ma non finisce qui, perché seguendo la stradina principale si arriva al falaj1 spumeggiante, che porta acqua al grande palmeto e ai campi coltivati.

L’oasi è fresca, riposante. Ti viene voglia di sederti in mezzo al verde che sembra prodigioso fra il brullo delle montagne. E lasciare andare i pensieri.

Il villaggio è reale. Vero. Non un villaggio ricostruito per i turisti (però ci sono due Guesthouse se volete fermarvi una notte a dormire come campo base per salire poi sulla montagna Ghul o sul famoso Jebel Shams (la Montagna del Sole).

A Misfat al Abriyeen, la gente ci vive davvero e infatti molti cartelli chiedono il massimo rispetto affinché le normali attività dei residenti non vengano disturbate dai visitatori. C’è persino un cartello scritto in arabo e inglese che vieta l’accesso agli uomini in una zona riservata alle docce per signore. Il Privato deve rimanere privato…

Uno spaccato di ieri. Di tempi lontani.

Una pausa dalla società del “produrre”, un ritmo lento che incanta.

Vorrei fermarmi qui qualche giorno, scollegare il cellulare. Sparire. Chi verrebbe a cercarmi in questa oasi? Tutti gli amici sanno che preferisco il mare…

Ma l’Oman non finisce di stupirmi. Cambia e ti cambia. Ti fa vedere tutto da un’altra prospettiva.
L’Europa è lontana. L’Italia non esiste più.

Andiamo in un altro Paese, tutto il resto va da sé. Tu dì solo sì”.

 

Glossario

1. Falaj, plural aflaj: è il termine generico per descrivere un particolare sistema d’irrigazione tipico dell’Oman.
Il falaj è canaletta scavata nel suolo nella quale viene convogliata l’acqua proveniente dalle falde freatiche o dai 2 wadi.

2. Wadi: plurale widyaan, è il letto di una torrente, una specie di canyon in cui scorre  un corso d’acqua a carattere stagionale, non perenne. Quindi può essere pieno d’acqua o asciutto.

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