Giornalismo
Cucina con me – Alice TV : intervista ad Antonella Appiano
Martedi 11 Novembre, ospite di Cucina con me – Alice TV, con lo chef Fabio Campoli e Valeria Ciardiello, ma non cucino, sono un disastro! Rispondo invece alle domande della collega Valeria Ciardello, sul mio lavoro di giornalista… una buona occasione per parlare di Medio Oriente ed Islam ad un pubblico non specializzato.
Valeria Ciardiello: “Tu che hai girato tanto, quando sei in quei luoghi, alla fine mangi quello che c’è?”
Antonella Appiano: Assolutamente, io credo che sia necessario mangiare quello che mangia la gente del posto, questo fa parte, secondo me … almeno nella mia visione di giornalista c’è questo, mangiare e vivere come loro…
Valeria Ciardiello: “Tu ti sei specializzata davvero nelle tematiche medio orientali e sei stata nei luoghi medio orientali, che esperienza hai vissuto?”
Antonella Appiano: …non sono una giornalista di guerra, sono una giornalista di Medio Oriente, però mi sono, diciamo, dovuta adattare a stare in zone di guerra – guerriglia, e quindi sviluppare nuove competenze…
Dalla carta al digitale. Ecco come cambia la vita dell’Inviato
I giornalisti sono “narratori di storie” sostiene Umberto Eco. E oggi che il giornalismo è in continua, rapida e inarrestabile evoluzione, credo sia necessario saper raccontare le storie rimettendosi in gioco. Perché, scrive lo scrittore e “guru” Seth Godin, quando i mestieri si trasformano in fretta, abbiamo due scelte: “abbracciare l’innovazione o adattarci e subirla”.
Ma in Italia esiste ancora un equivoco che andrebbe chiarito: la dicotomia fra i giornalisti di “carta” e quelli “on line”. Un buon giornalista oggi deve avere una visione “allargata” senza dimenticare le competenze, le qualità che hanno sempre caratterizzatola professione: la curiosità, il senso della notizia, la capacità e gli strumenti interpretativi per decifrarla e trasmetterla in maniera semplice e accessibile
Come reporter – appassionata dei social media e delle nuove tendenze sul web – non ritengo che si debba “scegliere fra due modelli di giornalismo”, tra quello “sul campo” e quello “da scrivania, seguendo i social network e la rete”. Un cronista contemporaneo deve sfruttare al meglio le risorse. Andare sul terreno e usare la rete. Deve vedere, anche se vedere non è sufficiente.
Bisogna possedere gli strumenti interpretativi per decifrare ciò che succede. Credo nella specializzazione. Impossibile decodificare gli eventi senza conoscenze adeguate della storia, della cultura, delle relazioni internazionali di un Paese. Indispensabile conoscere le lingue straniere e quella del posto anche se non in maniera fluente. Gli arabi, per esempio, rispettano chi ha fatto lo sforzo di studiare la loro lingua e le loro usanze. Molto dipende poi dalla situazione. Durante il 2011 in Siria ho potuto seguire i contatti sul posto e le notizie in rete. Ma se mi trovavo in condizioni di pericolo non controllavo certo il mio TweetDeck. A volte dovevo cercare un wireless café perché la connessione da casa non funzionava. Nei teatri di guerra o di crisi, esistono difficoltà oggettive. Quando sono in Italia, ho il tempo di controllare le fonti, incrociandole con le notizie che arrivano da fuori. Spesso seguendo un tweet si trovano conferme o meno. L’impostante è non avere fretta. Meglio rinunciare a uno scoop che diffondere una diffondere una notizia falsa.
In carta o in digitale. Non dimenticare mai di verificare le fonti. E le cinque W del giornalismo (WHO, Chi? WHAT, Che cosa? WHEN, Quando? WHERE , dove? WHY, perché?) . Anche se purtroppo speso non accade. Soprattutto un regola sembra poco rispettata ovunque, anche se non incomincia con W. Quella della trasparenza.
Antonella Appiano per © Qui Libri
Dalla Carta al Digitale, Qui Libri – Antonella Appiano – n°22 marzo aprile 2014
Dalla Carta al Digitale – Qui Libri numero 22 – marzo/aprile 2014
Il mio articolo sul tema: scrivere in digitale sulla Rivista “Qui Libri“. Perché, come ha scritto Seth Godin, “quando i mestieri si trasformano in fretta, abbiamo due scelte: abbracciare l’innovazione o adattarci e subirla“.
Dalla Carta al Digitale – Antonella Appiano
Qui Libri – marzo/aprile 2014 – PDF