2G

La Primavera araba vista da qui

Osama, 28 anni: “i valori dell’Islam non sono in contraddizione con la Democrazia”

Dopo la caduta di Ben Alì sono diventato un ’ex’ rifugiato politico. Me lo ripeto spesso, ’ex’, e provo una sensazione meravigliosa, difficile da esprimere”, racconta Osama Al- Saghir. Ha 28 anni ed è arrivato in Italia, a otto, insieme alla famiglia perseguitata in Tunisia dal regime.

Seconda generazione, ex presidente dei Giovani Musulmani d’Italia, Osama continua a vivere in Italia, alternando frequenti soggiorni in Tunisia. Infatti è stato eletto, nella circoscrizione Italiana dei tunisini all’estero, fra le fila del partito vincente, En-Nahda e ora fa parte dell’Assemblea Costituente. E’ giustamente orgoglioso e consapevole “del contributo che può portare al suo Paese di origine”.

Qui, sono cresciuto in una società civile attiva, un fattore indispensabile per la democrazia. Come i valori della libertà e della dignità, totalmente assenti nella Tunisia di Ben Alì”. Osamasottolinea l’importanza per noi occidentali nel capire “che i nostri valori, i valori dell’Islam non sono in contraddizione con la Democrazia. En-Nahda è un partito d’ispirazione islamicaed è stato scelto e votato dal popolo in libere elezioni”.

I ragazzi 2G vivono una doppia identità e sono portatori di due culture. Questo fattore costituisce una ricchezza anche se a volte crea difficoltà. L’Italia è stato sempre un Paese un po’ razzista e ora, per di più è ’invecchiato’ e in crisi economica. I paesi arabi dai quali provengono le famiglie dei ragazzi 2G, stanno invece vivendo una nuovo momento storico, una fase di cambiamento, che li rende diversi da come erano quando i loro genitori sono partiti.

Dal convegno dei “Musulmani 2G”, le seconde generazioni, com’è lontana la Svizzera dei minareti

Torino, 1-2 dicembre 2009, Convegno Nazionale “Musulmani 2G- Diritti e doveri dei giovani musulmani di seconda generazione”, promosso dal CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) in collaborazione con l’Associazione Giovani Musulmani italiani, L’istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini e l’Associazione FIERI (rete di studi interdisciplinari per lo studio dei fenomeni migratori e l’inclusione delle comunità straniere).
Atmosfera intensa e partecipe nella sala del Circolo dei Lettori del seicentesco Palazzo Granieri della Roccia che ospita il convegno. La presentazione ufficiale davanti a un pubblico eterogeneo: docenti universitari, ricercatori, cittadini partecipi,  giovani donne in hijab…
 Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO, pone subito l’accento sullo scopo dei lavori. Analizzare “il tema dei giovani musulmani di seconda generazione da tre punti di vista: la vita quotidiana, gli aspetti giuridici, il confronto tra le diverse esperienze europee”. Secondo le stime ufficiali, oggi, i giovani musulmani in Italia sono 200.000, di cui l’80% è nato nel nostro Paese o vi è arrivato giovanissimo con i genitori. Una realtà composita, dato che le origini dei ragazzi fanno riferimento a circa 50 nazionalità differenti. 
Hanno frequentato le nostre scuole, parlano perfettamente l’italiano, tifano per la Juventus o la Roma. Eppure, al di là delle immagini preconfezionate e i soliti stereotipi, non sappiamo veramente chi sono questi ragazzi. Come vivono? Che cosa studiano? Dove lavorano? Quali sono i problemi che devono affrontare ogni giorno? Lo scopriremo nel corso del Convegno…