Aleppo
Cambia il terreno di battaglia
Gli scontri, da Damasco, riconquistata dall’esercito regolare, si spostano ad Aleppo. Seconda città della Siria, cuore commerciale e imprenditoriale, situata in una posizione geografica strategica a una sessantina di chilometri dalla frontiera turca. Per mesi roccaforte lealista e ospite di una comunità di 300 mila cristiani, il doppio lato di una guerra interna e internazionalizzata che apre mille scenari inquietanti.
UnoMattinaCaffè – La situazione in Siria.
UnoMattina Caffè. Antonella Appiano sulla situazione siriana.
Il referendum di Bashar. Le notizie dalla popolazione da Aleppo. La tragedia di Homs
Reportage o no? Sulla Siria gli occhi di una giornalista clandestina.
da l’Unità.it
di Ella Baffoni.
Andare, guardare, capire, riferire. Le regole del giornalismo, in sintesi sono queste. Il fatto è che questo mestiere è molto cambiato – non so se in meglio – in questi anni. Un esempio ne dà il libro di Antonella Appiano “Clandestina a Damasco” (Castelvecchi, 124 pgg, 12.50 euro). Esperta di Medio oriente, Appiano ha fatto quel che avrebbe fatto un giornalista dell’altro secolo.
Lega araba in Siria per mediare
Tra le manifestazioni proregime, una delegazione guidata dal Qatar arriva a Damasco per avviare il dialogo.
“Abbiamo paura di una guerra civile”. Me lo hanno detto tanti siriani durante i 4 mesi passati nel Paese, dall’inizio delle rivolte, a metà marzo. Me lo ripetevano cristiani ma anche musulmani sunniti. Sciiti, alawuiti. Profughi iracheni. Palestinesi. A ottobre, il primo allarme è arrivato da Homs. Tensione e vendette fra sostenitori del Presidente Bashar al Assad e oppositori. La città divisa, barricate fra i quartieri.
Una risposta a Mrs.Clinton
Ad Aleppo non si parla d’altro. Dalla città nuova, intorno alla grande piazza di Saahat Saad Allah al-Jabri, fino al quartiere cristiano-armeno di Al-Jedida a nord della città vecchia. Nelle stradine del Suq, nei caffè, per strada, La visita degli ambasciatori degli Stati Uniti e della Francia ad Hama, venerdi 8 luglio è stata vista come una forte ingerenza nella politica interna siriana.