Anhar Kochneva
Medio Oriente: un 2012 di conflitti
Cambiamenti, speranze, violenze, caos
La Siria e una guerra civile sempre più cruenta. Egitto, Tunisia e Libia: rivoluzioni tradite?
Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussenafferma: ”Abbiamo la conferma di nuovi lanci di missili Scud in Siria, testimonianza di un regime disperato vicino al collasso”. Ma il vice presidente siriano Farouk al-Sharaa ha dichiarato qualche giorno fa al giornale libanese ‘Al Akhbar’, che “sul terreno non possono vincere né ribelli né il governo ed è necessaria una soluzione politica”. A una soluzione politica si è appellato anche il Presidente della Commissione d’inchiesta Onu sulla Siria, Paulo Sergio Pinheiro, presentandoi risultati del rapporto a Bruxelles: “Non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria. La fine del conflitto non è vicina se le forze in campo continuerannoad affrontarsi con le armi”. Parole che risuonano a vuoto. E sembrano una beffa tragica perché in Siria si muore e “la violenza ha raggiunto picchi di crudeltà elevatissimi con crudeltà incredibili da entrambe le parti in lotta” come ha denunciato ancora Carla Del Ponte, ex procuratore generaledel Tribunale per la ex Jugoslavia (Tpi), oranella commissione d’inchiesta Onu per la Siria. La tanto invocata soluzione politica appare un miraggio. Dopo mesi di fallimenti, pochi giorni fa è saltato infatti anche il verticetra il premier turco Erdogan e il presidente iraniano Ahmadinejad come riferisce ‘Russia Today’. Turchia e Iran.Due attori protagonisti sulla scena siriana.
La Turchia appoggia la guerriglia mentre l’Iran continua a sostenere il presidente siriano Bashar Assade accusa addirittura la Nato di avere messo le basi per una terza guerra mondiale schierando i Patriot in Turchia.
Intanto Putin ha ribadito la contrarietà della Russia a qualsiasi cambiamento che preveda l’uso delle armi oa un ripetersi di uno scenario libico. I rumors sono tanti.I fatti accertati sul campo pochi.
Secondo una inchiesta del ‘New York Times’, i gruppi jihadisti (fra cui il Fronte al-Nusra dichiarato dagli Usa, il 20 novembre scorso, una organizzazione terroristica internazionale) sono ben equipaggiati e i più operativi nei combattimenti contro le forze lealiste. Tanto da aver messo in secondo piano l’Esercito siriano libero (composto dai disertori che per primi,si sono schierati con le armi, appoggiati dalla Turchia, contro il regime).
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