Expat
Per favore non chiedete a un expat…
Ci sono diverse cose che irritano un expat.
Ognuno ha la sua scala di valori riguardo l’”intolleranza”.
Io, per esempio, non sopporto gli italiani che passano ore al computer a giocare, leggere gossip, cercare tutorial sul trucco o sul mettere lenti a contatto colorate e poi pretendono (e sono quasi sempre sconosciuti) che tu offra loro magiche soluzioni per venire a vivere e lavorare nella tua seconda Patria, scrivendoti un messaggio, attraverso i social.
Cambiare paese non è come cambiare abito.
Qui, Oman. Che cosa mi manca dell’Italia?
Nulla.
Premetto che sono poco attaccata alle cose, alle abitudini, alle consuetudini. Che l’Oman è un Paese che ho scelto (non ci sono capitata per caso); che non ho un carattere da “torcicollo emotivo” e nostalgia è una parola che non compare nel mio vocabolario. Rifletto
E quando sei tu lo straniero? Vita da expat.
Straniero. Vivi in altro Paese, non quello in cui sei nato. In un Paese straniero. E sei tu a dover imparare nuove regole, comportamenti, leggi.
Vita da expat- L’Occhio dello straniero
L’occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce (proverbio africano).
Verissimo. Quanti espatriati occidentali non interagiscono con la cultura, le tradizioni, le abitudini, la cucina del Paese in cui sono andati a vivere? Molti, credetemi. Soprattutto chi non ha scelto la “nuova patria” ma ci si è ritrovato per caso, seguendo opportunità di lavoro (proprie) o del marito.