Hafez al-Asad

Bashar – il riformista (prima parte)

Chiamato alla successione dal padre Hafez al-Asad, mantiene le alleanze storiche sotto riforme di facciata

Bashar al-Asad

Non era lui destinato a succedere al padre Hafez alla guida della Repubblica siriana ma il fratello maggiore Basil, il delfino, il rampollo prediletto. Una laurea in ingegneria e una brillante carriera militare, Basil era dotato di grande carisma, amava lo sport e le tecnologie informatiche. Il 21 gennaio 1994, però, a soli trentadue anni, muore in un incidente stradale sulla via che collega Damasco con l’aeroporto.
Bashar in quel periodo si trovava a Londra.
Aveva scelto un altro percorso, lontano dalla politica e stava studiando per terminare la specializzazione in oftalmologia. Il padre lo richiama in Siria. Gli amici raccontano che “ Bashar abbia accettato con riluttanza la nuova vita”. Amava l’Occidente, la Gran Bretagna. A Londra aveva conosciuto anche Asma figlia di un cardiologo siriano che sposerà in gran riservatezza nel dicembre del 2000.

Bashar è uno straniero in patria, visto con diffidenza dai vertici siriani del potere. Deve ottenere legittimità, accreditarsi presso la comunità alawita (ramo sciita a cui appartiene la famiglia). Il padre e Presidente, Hafez al-Asad, lo inserisce così nell’istituzione militare e negli apparati di sicurezza. E il ventottenne Bashar, nel novembre del 1994, passa dai brillanti salotti londinesi all’accademia militare di Homs. Una rapida carriera militare. Nel gennaio del 1999 è nominato colonnello e durante lo stesso anno consolida la carriera politica con missioni diplomatiche in Iran, in Arabia Saudita, Kuwait. Nel luglio del 2000 con la visita a Parigi e l’incontro con il Presidente Jacques Chirac, consacra la legittimità internazionale.