Khalifa al-Thani
al-Thani, un emiro rivoluzionario ?
Grandi manifesti con l’immagine dell’emiro Hamad bin Halifa al-Thani e dell’erede, il figlio terzogenito, lo sceicco Tamin bin Hamadi al-Thani, campeggiano nella via principale del suq Waqif di Doha, la capitale, fra negozietti di souvenir, spezie, incenso e caffè eleganti. Ma anche sui muri delle case in periferia e un po’ dovunque, nelle cittadine e lungo le strade del piccolo Emirato del Golfo. Un Paese stretto fra l’Arabia saudita e l’Iran, una penisola nel Golfo persico dalle dimensioni della Toscana, che possiede però la terza riserva mondiale di gas naturale, circa 25 miliardi in riserve di barile di petrolio greggio e che negli ultimi dieci anni è diventato il più ricco del mondo.
Immagini dell'Emiro bin Khalifa al-Thani e del figlio - erede al trono - lo sceicco Tamin bi Hamad al Thani
Ma l’emiro Hamad è un uomo ambizioso e non si accontenta solo di ricchezza e visibilità (il Qatar sarà sede dei Mondiali di calcio del 2022). E’ determinato anche a svolgere un ruolo politico internazionale importante e ci è riuscito, proclamandosi dall’inizio delle Primavere arabe, ’paladino’ delle rivolte. E non solo a parole. Il Qatar è stato decisivo nel garantire il sostegno della Lega araba all’intervento NATO in Libia, nel marzo 2011, ha aiutato i ribelli a creare campi di addestramento a Bengasi e sulle montagne Nafusa a ovest di Tripoli e li ha aiutati economicamente con 400 milioni di dollari. La televisione satellitare Al Jazeera (finanziata in parte ancora dall’Emiro) ha fatto da cassa di risonanza alle rivolte in Tunisia e in Egitto e, ai primi di aprile, il Qatar ha chiesto apertamente le dimissioni del presidente dello Yemen, Ali Abdullah Saleh. A luglio, nonostante le ottime relazioni con la Siria prima delle rivolte, l’Emirato è stato il primo Stato del Golfo a chiudere l’Ambasciata a Damasco.