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Fratelli musulmani: l’eccezione giordana

I rapporti di forza nel Regno Hascemita

Il Pragmatismo politico del Movimento e del Fronte d’Azione Islamico fra potere, necessità storiche e fratture interne.

Nel Regno Hascemita, al contrario della Tunisia, dell’ Egitto, della Siria, i Fratelli Musulmani non sono stati combattuti e costretti alla clandestinità. Anzi, con il partito del Fronte di Azione Islamico, braccio politico del Movimento, fanno parte integrante del sistema politico da almeno sessant’anni e rappresentano la principale forza di opposizione. “Il governo è solido, Abdallah non permetterà che in Giordania accada ciò che è accaduto in Tunisia, Egitto, Siria”, ripete Hamid ogni volta che gli telefono ad Amman. “Ma Hamid che cosa pensi della grande manifestazione del 5 ottobre?”, (i dati ufficiali parlano di circa 15mila partecipanti mentre quelli degli organizzatori, di 50mila). “E’ vero”, ammette riluttante, “c’è una certa lentezza nel procedere con le riforme e le nuova legge elettorale e la gente vuole cambiamenti più radicali. Però Hamid non vuole commentare il fatto che la manifestazione di Ottobre – il giorno dopo lo scioglimento del Parlamento deciso dal Re – è stata promossa dal Fronte di Azione Islamico. Lo scioglimento del Parlamento, precede le elezioni politiche, più volte annunciate, e che dovrebbero tenersi alla fine dell’anno. Quale sarà il peso del Fronte di Azione Islamico nelle elezioni? Avranno lo stesso successo riscosso in Egitto e in Tunisia?

Tutte le sfide della Giordania

La situazione nel regno Hascemita

Tutte le sfide della Giordania

L’evoluzione di una piccola nazione creata dai ’pasticceri di Versailles’. Le riforme socio-politiche di Re Abdallah II, le difficoltà interne e del contesto regionale

“Ai pasticceri di Versailles, come a molti cuochi, erano avanzati ritagli di pasta dopo aver riempito gli stampi del mondo, e questo è uno di quei rimasugli” scrisse nel 1923, Junius Wood, inviato del National Geographic. Il ’rimasuglio’ era la Transgiordania, il Paese creato sulla carta, durante la Conferenza di Pace di Versailles, dai Paesi vincitori della Prima guerra mondiale. La Transgiordania, viene ’regalato’ ad Abdallah, secondogenito dello Sheikh della Mecca Husayn, come ricompensa per l’aiuto prestato durante la Prima guerra mondiale contro i turchi. Ma in realtà, Abdallah può fare poco. La Trangiordania è di fatto governata dalla Gran Bretagna. Passano gli anni e la Storia. Nel 1949 è il primo stato arabo a firmare il trattato di Pace con Israele, dopo la guerra del 1948. Per questo, la Trangiordania che intanto ha conquistato l’indipendenza, diventando il Regno Hascemita di Giordania, sarà ’ricompensata’ dall’Occidente con la cessione dei territori, a ovest del fiume Giordano, la Cisgiordania e una parte di Gerusalemme (che sarà occupata da Israele nella guerra dei 1967). Sarà Re Hussein, nipote di Abdullah, a cedere i diritti sulla Cisgiordania ai palestinesi nel 1988, anzi a Yesser Arafat a capo dell’Olp, che annuncia così la nascita dell’Autorità Nazionale Palestinese. Una buona mossa quella di Re Hussein. Compiuta in nome della stabilizzazione dei rapporti fra i Paesi arabi e Israele. Per la pace. Anche se purtroppo le buone intenzioni non sono state ricompensate.