primavera araba

Il Cairo: 29 marzo manifestazione diretta audio soundcloud

Il Cairo: manifestazione in piazza davanti al Palazzo di Giustizia, 29 marzo 2013 – diretta audio

Questo pomeriggio si è svolta un’ulteriore manifestazione contro Morsi davanti al Palazzo Giustizia.
Manifestazione che si è svolta in modo tranquillo e all’apparenza senza la presenza di forze armate o polizia.
Seguendo il corteo ho raccolto qualche testimonianza, buon ascolto.

Urban Cairo. La Primavera Araba dei graffiti” di Elisa Pierandrei

 

Con settecento parole, fotografie e una mappa interattiva, Elisa Pierandrei, giornalista specializzata in Media e Arti visive del Mondo Arabo, è riuscita raccontare in maniera diversa e accattivante la rivolta egiziana.

Un E-book che trasmette emozioni e sensazioni non solo perché l’autrice ha vissuto al Cairo, durante i giorni della Primavera e ha “sentito la piazza”, la celebre Piazza Tahrir, simbolo delle proteste, delle mobilitazioni, della speranze e delle aspirazioni di un popolo. Ma soprattutto per ché ha scelto un filone narrativo inconsueto: quello degli artisti di strada, writer e designer. Un libro-reportage quindi, ma anche un diario di viaggio dove parole e immagini si fondono narrando la Primavera egiziana attraverso le vite e le opere degli urban artists. Teenager, ragazzi, trentenni come El Teneen,  autrice di un graffito che raffigura  una scacchiera, su cui l’unica pedina ad essere rovesciata è quella del Re. Keizer e tanti altri che l’hanno illustrata sui muri del Cairo. Forme espressive di dissenso e artisti che l’autrice ci fa conoscere grazie alle schede informative e alle foto delle opere, raccolte durante i numerosi viaggi negli ultimi due anni al Cairo.

Infatti la corrente artistica dei writers egiziani, era nata in sordina già nel 2007, nei quartieri “alti” del Cairo come Heliopolis e Zamalek, molto prima quindi della rivoluzione del 25 gennaio 2011. Episodi isolati che si manifestano come forza dirompente nel gennaio dello scorso anno, grazie anche alla spinta dei bloggers e degli attivisti. “Dopo settimane su Twitter e Facebook, un gruppo di grafici e artisti pubblicitari della nuova generazione digitale, ha deciso di lasciare la ” piazza virtuale” per la strada “reale”. E esprimere il dissenso direttamente sui muri del Cairo, racconta Elisa Pierandrei. Il libro testimonia anche questa scelta e crescita. Una corrente artistica “impermalente”. Molti disegni, murales purtroppo non ci sono più. Sono stati cancellati dalle forze controrivoluzionarie. Per riapparire magari di nuovo, in forme diverse. Ma e Elisa Pierandrei ha avuto l’idea vincente di raccoglierli una mappa interattiva: oltre trenta opere, localizzate nelle strade del Cairo. Per non dimenticare  le testimonianze di una ricca stagione culturale perché come ha dichiarato Aung San Su Kyi, “l’autentica rivoluzione è quella dello spirito, nata dalla convinzione intellettuale del cambiamento”.

E queste immagini della rivoluzione sono sorprendenti. Commoventi e incisive allo stesso tempo. Un distillato puro e tagliente di satira politica  e sociale contro Mubarak e i simboli del regime. Un “Arma beffarda della guerriglia urbana”, li definisce nella Prefazione, Stefania Angarano, gallerista italiana residente al Cairo. In continua evoluzione.  Se durante i mesi successivi alla caduta di Mubarak, infatti, la creatività e la vivacità artistiche si sono sviluppate in armonia ora, dopo la controversa elezione di Morsi, molti egiziani dicono:” Al-thawra mustamirra”….

Urban Cairo. La primavera Araba dei graffiti, di Elisa Pierandrei, Informant Editore ottobre 2012  – Euro 2,99 – e-book disponibile per tutti i principali e-reader.

La Primavera araba vista da qui

Osama, 28 anni: “i valori dell’Islam non sono in contraddizione con la Democrazia”

Dopo la caduta di Ben Alì sono diventato un ’ex’ rifugiato politico. Me lo ripeto spesso, ’ex’, e provo una sensazione meravigliosa, difficile da esprimere”, racconta Osama Al- Saghir. Ha 28 anni ed è arrivato in Italia, a otto, insieme alla famiglia perseguitata in Tunisia dal regime.

Seconda generazione, ex presidente dei Giovani Musulmani d’Italia, Osama continua a vivere in Italia, alternando frequenti soggiorni in Tunisia. Infatti è stato eletto, nella circoscrizione Italiana dei tunisini all’estero, fra le fila del partito vincente, En-Nahda e ora fa parte dell’Assemblea Costituente. E’ giustamente orgoglioso e consapevole “del contributo che può portare al suo Paese di origine”.

Qui, sono cresciuto in una società civile attiva, un fattore indispensabile per la democrazia. Come i valori della libertà e della dignità, totalmente assenti nella Tunisia di Ben Alì”. Osamasottolinea l’importanza per noi occidentali nel capire “che i nostri valori, i valori dell’Islam non sono in contraddizione con la Democrazia. En-Nahda è un partito d’ispirazione islamicaed è stato scelto e votato dal popolo in libere elezioni”.

I ragazzi 2G vivono una doppia identità e sono portatori di due culture. Questo fattore costituisce una ricchezza anche se a volte crea difficoltà. L’Italia è stato sempre un Paese un po’ razzista e ora, per di più è ’invecchiato’ e in crisi economica. I paesi arabi dai quali provengono le famiglie dei ragazzi 2G, stanno invece vivendo una nuovo momento storico, una fase di cambiamento, che li rende diversi da come erano quando i loro genitori sono partiti.

Fratelli musulmani e Salafiti. Chi sono ?

di Antonella Appiano

Nella prima tornata elettorale di fine novembre, in Egitto, la coalizione guidata dal Partito “Libertà e Giustizia” dei Fratelli Musulmani ha ottenuto circa il 40% dei voti, seguita dal Partito salafita “Al-Nour” (la Luce) con il 25% delle preferenze. Anche al secondo turno delle legislative egiziane, con un risultato del 39% , il Partito Liberta e Giustizia, ha rivendicato la supremazia politica nel Paese. Secondi, come alla prima tornata, ancora i salafiti del partito Al- Nour, con oltre il 30%. I termini “Fratellanza musulmana e Salafismo” sono ritornati sulle pagine dei giornali suscitando diffidenze, paure e alimentando dibattiti. Ma chi sono? Come nascono? Qual è il loro programma politico? E soprattutto quali sono le differenze fra i due movimenti?

In Egitto (dal sito Asianews.it)

Fratellanza musulmana

Anno di nascita: 1928, dopo il crollo dell’Impero Ottomano, in Egitto.

Fondatore: Hasan al-Banna

Storia.Il messaggio del movimento era semplice. Una riforma spirituale e dei costumi che avrebbe portato, di conseguenza, ad una trasformazione della società islamica in senso positivo e costruttivo. Ma l’idea della “politicizzazione” dell’Islam era nuova e di forte impatto. Nata come organizzazione, la Fratellanza si trasforma quindi in soggetto politico attento alle classi sociali deboli. “L’Islamizzazione” quindi parte dal basso su una base popolare. I Fratelli musulmani conquistano il favore della popolazione egiziana perché s’impegnano nell’assistenza ospedaliera, nelle scuole.

Programma politico: Si oppongono alla secolarizzazione delle nazioni islamiche, divulgano il dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali. Sono tradizionalisti quindi ma non integralisti.

Diffusione: Nasce in Egitto ma si espande rapidamente in tutto il mondo arabo. In Siria, in Palestina e Giordania, Iraq. E in tutto il mondo musulmano non arabo.

Finanziamenti: profitti derivati dalle loro proprietà e finanziamenti dai Paesi del Golfo e dall’Arabia Saudita

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Chi ha paura di En-Nahdah ?

Il partito islamico vince le prime elezioni dell’assemblea costituente tunisina.

Tunisini al voto

Nahdah, significa “rinascita“, “rinascimento” e definisce un periodo di effervescenza della cultura e delle intellettualità arabo islamiche mentre l’impero ottomano languiva e poi moriva e le potenze europee si contendevano l’egemonia nel Medio Oriente. Il partito che porta questo nome, e che ha vinto le prime elezioni per l’Assembla Costituente in Tunisia(gli ultimi dati si attestano sul 40% anche se al momento lo scrutinio non è stato ancora ultimato e non si sa quindi se En-Nahdah otterrà la maggioranza dei seggi), è un partito islamico. Il risultato era scontato.

I sondaggi lo davano da tempo favorito ma l’ampiezza del consenso è comunque un segnale importante. Dopo l’entusiasmo suscitato dalla ’Primavera del gelsomino’ che ha portato alla caduta di Zine el Abidine Ben Ali, la società tunisina era apparsa subito divisa.