Usa
29 settembre 2015 : minireport Esteri
Occhi puntati sulla #Siria. #Obama e #Putin hanno creato le basi per una collaborazione militare contro #lS (Stato Islamico) ma rimangono le divergenze sul futuro del presidente siriano #Bashar_al_Assas. Infatti #Obama -nel Discorso all’Assemblea generale dell’Onu – si è dichiarato favorevole a una coalizione internazionale, anche con Russia e Iran, ma ha rifiutato qualsiasi cooperazione con #Bashar_al_Assad. Invece #Putin continua a difendere il Presidente siriano e, prima di tornare a Mosca, ha dichiarato “Non spetta agli Stati Uniti scegliere il leader di un altro Paese”.
Per non dimenticare. In #Afghanistanistan. i #Talebani hanno conquistato#Kunduz, città di 300mila abitanti nel nord del Paese.
E ancora news: la #Cina ha promesso un miliardo di dollari alle Nazioni Unite per creare un fondo per la pace e per lo sviluppo; 8.000 militari per strategie di peacekeeping e 100 milioni di dollari alla #’Unione_africana per creare un’unità di emergenza Cooperante itaiano ucciso a #Decca nel#Bangladesh. L’assassinio è stato rivendicato dallo #Stato_Islamico.
(Fonti Washington Post, Bbc, New York Times)
#Minireport_Esteri.
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25 settembre 2015 : minireport Esteri
Il #Papa in #Usa al Congresso sul tema migranti “Non abbiamo paura degli stranieri perché molti di noi una volta eravamo stranieri”.
#ArabiaSaudita durante le celebrazioni dell’Eid al-Adha, la Festa musulmana del Sacrificio, sono morte piùdi 700 persone e oltre 863 sono state ferite per la calca nella città sacra di #Mina, dove erano arrivati oltre due milioni di fedeli per l’Hajj, il pellegrinaggio rituale. #Yemen, a #Sanaa, un attentato suicida durante la preghiera in una moschea sciita, ha ucciso almeno 10 persone. L’attentato è stato rivendicato dallo #Stato_Islamico
#Ukraina: I ribelli filorussi che controllano l’Est del paese hanno ingiunto ai rappresentanti delle Nazioni unite e di diverse Ong di lasciare la regione di Luhansk entro domani.
#Minireport_Esteri
Fonti (Vox, Al Arabyya, Reuters, Bbc)
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USA-Russia: John Kerry dopo due anni a Sochi per parlare di Ucraina, Siria, Iran
Dopo due anni il segretario di Stato Usa John Kerry è tornato in Russia: a Sochi lui e il presidente russo Putin hanno parlato “francamente” e per quattro ore.
Aspettando Ginevra 2 Siria: si auspica una soluzione politica
I ribelli siriani, persa Qusayr, conquistano il valico di frontiera di Quneitra, sul Golan, tra Israele e Siria. Mentre Ayman al-Zawahri, il leader di al-Qaeda, in un video, incita di nuovo i siriani a lottare contro il presidente Bashar al-Assad, e a sventare «i piani americani perché la Siria diventi un Paese concepito per proteggere Israele». Negli Stati Uniti il senatore John McCain, ex candidato repubblicano alla Presidenza, ribadisce la necessità di sostenere i ribelli con una no-fly zone. Ma in Europa sembra prevalere la linea di una soluzione politica. Lo spera almeno il Ministro degli esteri italiano, Emma Bonino, che ha dichiarato in una intervista al settimanale ‘Tempi‘: «In Siria, ad oggi, siamo tra gli ottanta e i centomila morti. Per questo dobbiamo cogliere l’opportunità rappresentata dall’iniziativa russo-americana per una seconda conferenza di Ginevra».
Ginevra 2, dunque. Una conferenza che non è stata ancora convocata. Che, per esserlo, dovrebbe superare prima di tutto, la condizione posta dall’Opposizione e cioè le dimissioni del Presidente Bashar al Assad. Una condizione assurda come osserva ancora Emma Bonino: «l’uscita di scena del Presidente è l’oggetto del negoziato, non la precondizione». Ma gira e rigira gli ostacoli sembrano essere sempre gli stessi. E la Conferenza, l’ennesimo escamotage di facciata. La soluzione politica è l’unica possibilità per far cessare un conflitto sanguinoso che dura da più di due anni ed è destinato a far crescere l’escalation di violenza e il pericolo di contagio dei Paesi Vicini. Condannando la Siria alla cantonizzazione o a una guerra civile infinita. Ma nello stesso tempo, sarebbe disonesto dimenticare che i tentativi di mediazione politica sono sempre falliti. Gli equilibri fra gli innumerevoli attori coinvolti da tempo nel conflitto, interni, regionali e internazionali, sono troppo fragili. Gli interessi invece, troppo forti.
Il pre-vertice , per la Conferenza di pace, è fissato per il 25 giugno.
La Conferenza, dunque, non avrà luogo prima di luglio, come confermato anche dal Cremlino. Sempre che non intervengano altri fattori.
Posto che si riesca ad organizzarla, la Conferenza potrebbe davvero avere successo? Partiamo dalla base. E cioè dal documento finale della Prima Conferenza di Ginevra (del giugno 2012). Due punti sembrano fondamentali: il cessate al fuoco fra Oppositori e Regime per partecipare alla Conferenza e un accordo interno dell’Opposizione che, superando l’iper-frammentazione, sia in grado di rappresentare le varie anime della rivolta. Operazione in cui ha fallito più volte.
Altri passi necessari per la buona riuscita della Conferenza di Ginevra bis: una road map dettagliata che preveda l’insediamento di un governo provvisorio con membri del regime e dell’opposizione. Un governo provvisorio in grado di preparare il terreno politico e istituzionale indispensabile per tenere elezioni pluraliste e trasparenti. E ancora: un processo di Riconciliazione Nazionale aperto a tutti i settori della società civile, sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Il cessate al fuoco sembra già una obiettivo difficile da raggiungere. Ricordiamo ancora le trattative infinite e quando abbiamo aspettato con il fiato sospeso, il 12 aprile del 2012, se il “cessate al fuoco” previsto da Piano di Kofi Annan, inviato dell’Onu e delle Lega Araba, sarebbe stato rispettato. La delusione al riprendere delle ostilità.
Infine quali Paesi dovrebbero partecipare al Convegno? L’esclusione dell’Iran è irragionevole. E’ per certo un Paese coinvolto nel conflitto. Ma tanto quanto la Russia promotrice , insieme agli Usa, dell’iniziativa.
E rimane un dubbio. La crisi e il conflitto siriano hanno evidenziato che la regione è crocevia di nodi irrisolti dalla caduta dell’Impero Ottomano e dalla sua successiva divisione – spesso irresponsabile – da parte dell’Occidente, dai processi di colonizzazione e decolonizzazione, da interventi, più o meno occulti, dell’Occidente. Può davvero bastare ora una Conferenza a sciogliere oggi quei nodi?
Antonella Appiano in esclusiva per L’Indro http://www.lindro.it/politica/2013-06-06/85767-siria-si-auspica-una-soluzione-politica (riproducibile citando la fonte)
Vedi anche:
Senza un attimo di tregua
La trama è diversa da quella del capolavoro di Boorman ’Senza un attimo di tregua’, ma altrettanto complessa e intricata. Se fosse il celebre film, la guerra civile siriana avrebbe lo stesso montaggio dal ritmo serrato, non lineare, in un alternarsi di violenza, alta tensione e brevi pause di speranza. L’ultima: la speranza di una tregua di quattro giorni per la Festa del Sacrificio, chiesta dall’inviato speciale dell’ Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi. E accettata, giovedì scorso, da entrambi gli schieramenti. Ma l’impegno non è stato rispettato, anche se non è chiaro chi abbia rotto la tregua per primo. Inutile aggiungere che le parti in causa si sono scambiate accuse reciproche.
Conferenza “Iran-Siria: il nemico è alle porte?” Presentazione a Pesaro di Clandestina a Damasco.
“Iran – Siria: il nemico alle porte?”, è il titolo dell’incontro – conferenza che si è tenuto venerdì 2 marzo, alle ore 18, alla Biblioteca San Giovanni di Pesaro, su iniziativa del Clar (Centro Libero Analisi e Ricerche), con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche culturali della Provincia di Pesaro e Urbino.